Si conclude con la lettura di un passo tratto dal libro di Momo di Michael End il raduno di CAND per Arbitri, Assistenti e Osservatori del centro-nord ospitato per l’occasione in Piemonte dalla Sezione di Collegno. È il responsabile dell’organico Matteo Trefoloni a parlare e ad esortare i presenti a riflettere solo sugli obiettivi imminenti, dando sempre il massimo senza pensare a traguardi futuri troppo lontani dalla realtà, ma di agire in campo come una squadra attenta all’immediatezza con la voglia di vincere le sfide che man mano si presenteranno.
Matteo ricorda come le difficoltà sopraggiunte nella stagione possano farci sembrare le sfide difficili, talvolta impossibili ma attraverso le forze proprie e di gruppo, si possa avere le meglio sulle problematiche. La squadra è uno degli argomenti chiave trattati sia nelle analisi tecniche degli episodi proposti e commentati da Riccardo Tozzi sia la costante con cui Trefoloni ripete alla platea che spesso la differenza tra una vittoria o una sconfitta sia data dalla testa. La propria testa è la chiave con cui un arbitro deve trovare la forza di vincere e di superare gli ostacoli.
L’esperienza molto personale con cui Matteo si racconta da l’idea come, al di la dei risultati raggiunti da ciascuno nel corso della propria carriera, quello che alla fine conta sono i rapporti umani, “la dimensione non è fatta solo dal dove” (che comunque rimane un’ambizione a cui puntare) “ma dal come”. In tal senso il ricordo dei colleghi scomparsi Riccardo e Luca con un minuto di silenzio ricorda ai presenti di curare non solo le proprie aspirazioni ma anche i rapporti che ogni volta che si scende in campo si intrecciano e legano le persone le une alle altre. “Non lasciate che tutto questo diventi qualcosa di plastica, dategli un significato vero non solo al dove ma anche al come e tra cinque anni è lì che avrà un valore”.
Marco Bertolotto
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