Da che mondo è mondo, “non c’è due senza tre”. E puntualmente ecco che la sezione di Collegno cala il tris: nell’arco di un trimestre, dopo Paolo Calcagno e Alfredo Trentalange, è la volta di Gianmario Cuttica per l’appuntamento con la Riunione Tecnica Obbligatoria.
Il presidente del Comitato Regionale Arbitri Piemonte e Valle d’Aosta sceglie il momento più delicato della stagione per il suo intervento: la ripresa dei campionati, in cui ogni Arbitro è chiamato a mettersi in gioco con più responsabilità e concentrazione che in qualsiasi altro istante della stagione sportiva. Poco è, infatti, il tempo rimasto prima della chiusura dei giochi.
Così come il momento, anche l’argomento dell’incontro scelto dal fischietto alessandrino non potrebbe essere migliore: un approfondimento della regola 12, quella che ogni Arbitro è chiamato a conoscere meglio di qualsiasi altra – Falli e scorrettezze. Un modo alternativo di analizzare queste poche pagine del regolamento, che si confà ad un plurilaureato in matematica qual è il presidente CRA: Cuttica sceglie infatti di interrogare la platea sul numero di falli (diciotto) e le scorrettezze (tre) presenti nel gioco del calcio, proponendo uno schema per ricordarsi in maniera semplice ed efficace ciò che l’Arbitro è tenuto a valutare costantemente nei novanta minuti di gara.
Un altro punto importante proposto è stato quello della condotta gravemente sleale. In tempi in cui nel calcio ciò che conta davvero è la velocità del gioco, un Arbitro è chiamato a decidere in modo ancor più veloce questo tipo di situazione, la più critica che possa capitargli. I parametri di valutazione (posizione geografica, opportunità concreta, controllo del pallone, numero dei difendenti, condizioni del terreno di gioco) concorrono tutti nello stesso momento alla fatidica decisione arbitrale che il più delle volte cambia le sorti di una partita. Con il supporto di videoclip del campionato di Serie A di questa stessa stagione sportiva, Cuttica ha analizzato alcuni casi complessi in cui i colleghi della massima divisione sono incappati, rivelando consigli e segreti per un’ottima valutazione e ricordando le disposizioni per gli Arbitri a disposizione dell’Organo Tecnico Regionale.
Un ultimo, ma non meno importante, discorso riguardava la figura dell’Arbitro come uomo, a volte criticato dai propri stessi colleghi su mezzi di comunicazione virtuali. Su questo punto, il presidente CRA ha voluto esprimere la propria ferma posizione di difesa assoluta dei valori dello spirito associativo che accomuna i fischietti di tutta Italia: per quanto si possa essere sostenitori – com’è giusto che sia, di una qualche squadra “un Arbitro tifa sempre e solo per l’Arbitro”. Ogni associato è quindi chiamato a rispettare l’operato di qualsiasi suo collega a qualsiasi livello esso sia designato, riconoscendone altresì i meriti e proponendo critiche costruttive in caso di errore.
Sempre pronti a mettersi in discussione in quanto umani, ma senza mai uscirne lesi nella propria dignità.
Eugenio Scarpa