Io penso che l’esperienza a Coverciano non inizi né varcando il cancello del centro federale né prendendo il treno con gli amici arbitri talent e mentor della stessa regione. The “UEFA Referee Convention” inizia già con il ricevere la chiamata da parte di un componente dell’organo tecnico regionale che ti chiede: “Noi avremo deciso di puntare su di te. Vuoi accettare questo impegno?”. Ricordo bene l’emozione che ho provato in quel momento e la porterò sempre dentro di me. Ovviamente rispondo ringraziando per l’opportunità e che avrei dato il massimo dentro e fuori dal campo. Per preparami al raduno ripasso il regolamento, faccio i quiz nella sezione del Settore Tecnico presente sul sito dell’AIA, mi alleno ancora più intensamente e provo un paio di volte i test atletici con i miei amici in sezione. Quest’anno non è stato un inizio di stagione proprio semplicissimo, e ho capito che devo lavorare tanto e su diversi aspetti. A tal proposito mi viene in mente una frase del Responsabile del Settore Tecnico dell’AIA Matteo Trefoloni: “Tutto ciò che non è easy è una buona sensazione perché significa che state crescendo”.
I miei compagni di viaggio piemontesi sono Marco Ghiurca di Torino, Riccardo Molino di Bra, Matteo Guglielminotti di Biella, Gabriele Cremasco di Torino, Matteo Novelli di Alessandria e Riccardo Gallo Rosso di Pinerolo. Insieme a noi ci sono i nostri mentor Walter Giachero di Pinerolo e Gianni Squara di Chivasso. Ci troviamo tutti la mattina alle 8 per fare la colazione al bar della stazione di Torino Porta Nuova, poi alle 8.40 tutti pronti per partire saliamo sul treno che inizia a sfrecciare a 300 km/h. Coverciano stiamo arrivando e siamo tutti belli carichi! Il tempo in treno trascorre veloce e senza neanche rendermene conto arriviamo alla stazione di Firenze Santa Maria Novella. Facciamo un piccolo pit stop al Burger King vicino alla stazione e poi saltiamo sul pullman che ci porterà al centro tecnico federale.
Nella mia mente rifletto e ripenso a quando ho deciso a settembre del 2020 di iscrivermi al corso arbitri. Dopo 13 anni di calcio ed essendo sempre stato abituato a giocare in una squadra, temevo che l’arbitraggio fosse un’attività prettamente singola e che nel lungo periodo avrei patito un po’ la mancanza del gruppo. Invece mi sbagliavo tremendamente. Mai avrei pensato di trovare una seconda famiglia! Occasioni come questa fanno riflettere su quanto sia bella la nostra associazione e su quanto arbitrare non sia solo scendere la domenica sul campo, ma sia fatta di tante altre attività: fare i raduni, andare il lunedì sera in sezione per raccontarci le partite del week-end, allenarci insieme al polo atletico, andare a cena con i nostri amici arbitri, le RTO… Tutto questo è l’arbitraggio, che ripeto, è molto più che passare due ore la domenica sul campo e poi fare il referto…
Arriviamo al centro tecnico tutti carichi e motivati, e varcato l’ingresso si inizia a respirare un’aria diversa. Ora capisco cosa s’intende quando dicono che Coverciano è la casa degli arbitri e della nazionale. Infatti, spesso il centro è definito “Università del Calcio”, ovvero il luogo dove si forma e si trasmette il sapere calcistico. Difatti, qui vengono svolti i corsi di maggiore livello che formano i professionisti abilitati ad operare nel calcio. Alla reception veniamo accolti in modo fantastico. Presenti nella hall alcuni amici del CRA Toscana e l’arbitro Antonio Giua di Olbia, che ci accoglie stringendoci la mano e si presenta in modo gentile e naturale, quasi come se fosse anche lui lì per partecipare al raduno UEFA Referee Convention. Trovo fantastica la scelta di darci tutti del ‘tu’ nell’associazione, dal Presidente Alfredo Trentalange fino all’arbitro dell’ultimo corso. Questo ci fa capire come siamo tutti sullo stesso piano, e che tutti possiamo imparare dall’esperienza degli altri, qualsiasi categoria si faccia. Questo messaggio viene ripetuto più volte al corso arbitri, ma è in momenti come questo che ne trovi un’applicazione concreta.
Visibilmente emozionato ricevo le chiavi della stanza 307, che condivido con Cristian della sezione di Potenza, distante circa 1’000 km dalla mia. Entro in stanza e nella mia testa mi dico: “Nicolò, ci siamo, ora andiamo a divertirci!”. Entriamo in aula magna e mi vengono quasi i brividi a pensare che in quest’aula abbiano fatto il raduno solo il giorno prima gli arbitri della CAN, e che sempre in quest’aula si riuniscano i calciatori e staff della nostra nazionale. Veniamo accolti dai trenta talent élite, o come preferiscono essere chiamati loro i ‘riconfermati’, che ci spiegano come dobbiamo comportarci a Coverciano e cosa il Settore Tecnico si aspetti da noi.
Ci spostiamo in auditorium e il raduno si apre con una frase di Vincent Van Gogh: “Sogno di dipingere e poi dipingo il mio sogno”. Questa frase ci ricorda che bisogna aver sempre presente la meta da raggiungere e che la vittoria ottenuta dopo un’intera vita di fatica vale più di un facile successo. Per primo prende la parola Matteo Trefoloni che ci dà il benvenuto e ci ricorda l’obiettivo di questo percorso che abbiamo intrapreso: far diventare zona di comfort quello che oggi non lo è, perché solo così si può crescere veramente. A seguire Valentina Garoffolo, Responsabile del Modulo “Talent&Mentor Programme UEFA Referee Convention”, ci spiega il significato del progetto Talent&Mentor, facendoci riflettere sul fatto che l’Italia investe sugli arbitri del futuro, a differenza degli altri paesi, che decidono di investire su arbitri professionisti. Garoffolo ci fa riflettere sul termine talento e su cosa significhi Coverciano. In particolare, il talento è: attitudine, vocazione, predisposizione al ruolo, genialità, capacità e dono. Coverciano è: impegno, studio, esperienza, socializzazione, accrescimento, acceleratore, ovvero Coverciano è un’opportunità, ma è anche soprattutto consapevolezza e responsabilità.
La prima lezione viene tenuta da Francesco Bianchi, Supervisor dell’UEFA Convention e osservatore UEFA, che ci fa analizzare undici videoclip di challenge. In particolare, in ogni episodio dovevamo chiederci se l’intervento fosse fair oppure unfair. I primi sette video sono episodi di ‘Standing tackle’, ovvero degli interventi ‘in piedi’ che, in linea generale, possono portare ad uno ‘Step on foot’. Gli ultimi quattro episodi sono episodi di ‘Sliding tackle’, ovvero dei falli in scivolata che, in linea generale, possono portare il calciatore a commettere un fallo con la ‘Trailing leg’, ovvero con la gamba di richiamo.
La parola passa a Matteo Trefoloni, che ci fa un’interessantissima lezione di Football Understanding. Nel calcio di oggi, se non leggi prima l’azione sei fuori, pertanto, è fondamentale che l’arbitro riesca a leggere in anticipo le situazioni. Infatti, se è vero che in campo la scelta viene fatta ‘di pancia’, la preparazione all’evento è studio.
La giornata procede con lo svolgimento dei quiz regolamentari e prima di cena c’è ancora tempo per svolgere il video test, dove ci viene chiesto di analizzare 12 episodi (i primi sei di ‘challenges’ e gli altri sei di ‘penalty area incidents’) sia per quanto riguarda l’aspetto tecnico sia per quanto riguarda l’aspetto disciplinare. Questi episodi verranno poi di nuovo analizzati successivamente, con più calma, nei lavori di gruppo dopo cena.
La cena è stato uno dei momenti di maggior condivisione e di socializzazione del raduno. Al tavolo con me ci sono arbitri da tutt’Italia: Trentino-Alto Adige, Sicilia, Lazio, Puglia, Sardegna e Marche. Parliamo di come cambi il modo di arbitrare a seconda delle regioni, in particolare rimango colpito dal racconto di Alessandro, che arbitra in Trentino-Alto Adige. Alessandro ci racconta che le partite in Trentino sono generalmente più tranquille e c’è maggior rispetto sia tra i calciatori che per la figura dell’arbitro. Addirittura, dopo la partita le due squadre si fermano a mangiare e bere insieme e invitano anche la terna che ha diretto la gara a partecipare al ‘Terzo tempo’.
Nel post-cena, dopo la correzione dei quiz regolamentari con Marco Landucci, Trefoloni ci ha invitato a fare tesoro degli insegnamenti tecnici che ognuno degli incontri offre e ci ha ricordato l’importanza del lavoro del singolo: “Abbiate fame! Mettete sul piatto voglia, convinzione e determinazione per giocarvela, per arrivare al punto di dare il massimo di voi per essere gli unici artefici del vostro destino”.
Al mattino la sveglia suona alle sette, mi alzo e vado a fare colazione perché alle 8.15 dobbiamo già essere pronti per effettuare il test atletico. I test atletici sono stati effettuati sotto la guida dei Componenti del modulo Preparazione Atletica del settore tecnico, Alessandro Magro, Marco Ladisa e Andrea Zoppi e assistiti dal dott. Lorenzo Beni del Modulo Bio-Medico.
Alle ore 10 siamo di nuovo in aula pronti per una nuova lezione del Supervisor dell’UEFA Convention, Francesco Bianchi, che ha cercato di farci sviluppare una maggiore sensibilità tecnica nell’applicazione del vantaggio sul terreno di gioco. In particolare, siamo partiti facendoci alcune domande, a cui abbiamo cercato di rispondere: Cosa significa concedere un vantaggio? Quando è possibile dare un vantaggio? Quali sono i criteri a cui si deve attendere l’arbitro per concedere un vantaggio? Come deve segnalare un vantaggio l’arbitro?
Terminata la riunione di Francesco Bianchi, abbiamo avuto il piacere di incontrare il Vice Presidente dell’AIA, Duccio Baglioni, che ha portato i saluti del Presidente Alfredo Trentalange e di tutto il Comitato Nazionale. Un passaggio del suo intervento è stato particolarmente emozionante: “Essere qui con voi ci riempie di energia, il contatto con la base ci fa ricordare a cosa è dedicato tutto il nostro lavoro: crescere e formare l’AIA del futuro. Tra di voi ci sono gli arbitri internazionali del domani e i prossimi Presidenti dell’AIA”. Ho trovato molto emozionante quando Baglioni ci ha chiesto di fare un applauso ai nostri mentor. Mentre applaudo mi giro verso Walter, incrocio il suo sguardo e ci scambiamo un sorriso. Come ha detto benissimo Baglioni: “I mentor sono persone che vi seguono con grande passione la vostra crescita e che sanno gioire per i vostri risultati e vi sostengono nei momenti di massima difficoltà. Loro hanno la capacità di portare alla luce le qualità di ognuno di voi”.
Terminata la correzione dei video test Francesco Bianchi ha voluto salutare mandando un messaggio importante: “Cercate di tirare fuori il meglio, fatelo adesso, perché nella vita i più tardi rischiano di diventare dei mai e quando lo diventano si trasformano in occasioni perse. Circondatevi di persone che vi spingano a migliorare, in bocca al lupo!”. In chiusura di raduno Trefoloni ha voluto mandare un ultimo bellissimo messaggio: “Coltivate i legami che avete creato qui, sostenetevi tra di voi, ricordatevi l’importanza del lavoro e di rialzarvi dopo ogni caduta. Avete una grande opportunità partecipando a questo progetto, condividete questa esperienza anche nelle vostre Sezioni con chi non ha avuto la vostra stessa possibilità, fateli sentire parte di una squadra e aiutate anche loro a crescere, diventate abbastanza forti da tirare la loro volata e festeggiate le loro vittorie, perché questo sarà propedeutico a quando sarà il vostro turno di festeggiare”.
Nicolò Masciandaro