Ricevi la convocazione su Sinfonia4you, tempo un mese e si parte. Sveglia alle 6.40, partenza da Porta Susa, direzione Coverciano.
Nonostante l’orario, noto che anche i miei compagni di viaggio sembrano carichi. Con Andrea della sezione di Torino, Paolo da Bra e Luca da Nichelino, ci accomodiamo nella prima classe del Frecciarossa che ci porterà a Santa Maria Novella. Sul treno alterniamo qualche chiacchiera con alcuni quiz regolamentari.
Arrivati a Firenze, abbiamo il tempo per un panino alla porchetta al volo in zona stazione, subito dopo parte il viaggio verso Coverciano che ci farà incontrare altri gruppi di assistenti dalla Lombardia, dal Lazio, dalle Marche e altre regioni.
Arriviamo con mezz’ora di anticipo e varcato il cancello principale si ha subito l’impressione di essere entrati in quello che è il tempio del calcio. È affascinante pensare alla storia di questo centro, la casa degli arbitri e della Nazionale, ed alle personalità che sono passate da qui, aggiungendo mattoni importanti alla storia di questo sport, considerato da molti il più bello del mondo.
Dopo la sistemazione nelle camere, comincia la riunione vera e propria. Per primo prende la parola Trefoloni, responsabile del settore tecnico, che ci dà il benvenuto. Il suo intervento si può riassumere nella frase da lui pronunciata: “È il momento di trasformare i vostri sogni in progetti”, forse il vero life motive di tutto il raduno a Coverciano.
A seguire Valentina Garoffolo ci spiega il significato del progetto Talent, che nelle altre nazioni è dedicato solo ad arbitri e assistenti nazionali. In Italia, invece, si è scelto di andare a formare direttamente nelle regioni per aumentare le conoscenze tecniche alla base. Il percorso è rivolto quindi agli “arbitri del futuro” e l’obiettivo ultimo dell’esperienza Talent sono la consapevolezza, del regolamento e di sé stessi, e la responsabilità, nel gestire la propria passione ed i propri impegni.
A gran sorpresa, nel pomeriggio si presenta Ciro Carbone, uno degli unici italiani che parteciperà al mondiale in Quatar, come assistente di Orsato. Ciro, visibilmente emozionato di avere di fronte una platea ad ascoltarlo, ci racconta del proprio percorso dividendolo in due fasi. La prima parte, in cui vede il percorso come qualcosa di inesorabile, fino alla massima serie. Ed una seconda parte, in cui si mette in discussione ed il sogno di arrivare in serie A diventa un obiettivo. “Un sogno lo realizzi, un obiettivo lo raggiungi”. Sempre con grande semplicità, tocca anche altri punti fondamentali, come l’importanza di trovare un equilibrio tra affetti, lavoro e sport.
Il primo ad affrontare argomenti di pura tecnica e a farci vedere video sulla collaborazione sarà invece Faverani, noto a tutti per aver preso parte alla finale dei mondiali del 2014 in Brasile. Mentre spiega con l’energia che lo contraddistingue, utilizza molte volte il termine “assistente di qualità”, palesando quindi gli obiettivi del progetto Talent.
La regola 11 ed in particolare le famiglie del fuorigioco, vengono spiegato da Gianluca Vuoto. Qui, grazie ai video, viene introdotta l’importanza di saper distinguere le famiglie del fuorigioco in situazioni di campo. In particolare, vengono analizzate 8 situazioni diverse, punibili e non punibili.
Il secondo giorno di raduno comincia con i test atletici e l’allenamento sul campo. Arrivare sfinito alla fine dell’ARIET è stata una bella soddisfazione, perché saper di non essersi risparmiato sul campo aiuta a vivere il resto dell’esperienza con maggiori stimoli. Subito dopo l’allenamento sul campo, viene a portare i saluti dell’AIA anche il vicepresidente Baglioni.
Dopo un’altra lezione in mattinata a tema fuorigioco, l’esperienza di Coverciano si conclude con il discorso di Trefoloni ed in particolare voglio citare una frase: “Con i sogni ci si va a letto, dal letto ci si alza la mattina”. Perché porsi piccoli obiettivi, uno dopo l’altro, e cercare di raggiungerli per diventare una persona
migliore di quella del giorno prima, fa parte della bellezza e della fatica di tutto il percorso, che alla fine è quanto più di valore ci si porta dentro.
Gioele Baralis