L’IFAB, l’organismo internazionale preposto alla scrittura delle Regole del Giuoco del Calcio, ha di recente inoltrato ai Responsabili arbitrali delle Confederazioni e Federazioni nazionali una nota contenente dei chiarimenti relativi alla Regola 16.
Tali indicazioni dovranno essere immediatamente seguite nell’applicazione pratica, costituendo di fatto un’interpretazione autentica della Regola.
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Le modifiche alle Regole del giuoco 2019/20 hanno avuto successo, come si è visto nei Mondiali Femminili e in quelli Under 20, nonché nelle competizioni delle confederazioni e in quelle nazionali.
Le modifiche alla Regola 16 – Calcio di Rinvio hanno spesso portato a che il gioco venga ripreso rapidamente e positivamente, ma ci sono due situazioni che hanno generato domande che si vuole chiarire.
1. Il portiere “alza” il pallone ad un compagno di squadra che di testa / di petto lo restituisce al portiere
Si è discusso molto sul fatto che, su un calcio di rinvio, al portiere sia consentito di “alzare” il pallone a un compagno di squadra che di testa o di petto lo restituisce al portiere che lo blocca con le mani e poi lo rilancia in gioco. L’opinione degli esperti tecnici e arbitrali sul fatto che ciò rientri nello “spirito” delle Regole è divisa; pertanto la questione sarà discussa dalla commissione tecnica IFAB. Fino ad allora, questa pratica non dovrà essere consentita né dovrà essere punita – se si verifica l’arbitro dovrà ordinare che il calcio di rinvio venga ripetuto (ma senza assumere alcun provvedimento disciplinare).
2. Avversario in area di rigore quando viene eseguito un calcio di rinvio
La Regola 16 richiede che tutti gli avversari restino al di fuori dell’area di rigore fino a quando non viene eseguito il calcio di rinvio e se un avversario rimane all’interno o entra nell’area di rigore prima che il calcio di rinvio venga eseguito e gioca, contende o tocca il pallone, il calcio di rinvio deve essere ripetuto.
Tuttavia, alla Regola 16 si applicano anche i principi del calcio di punizione eseguito rapidamente descritti nella Regola 13 – Calci di punizione – Infrazioni e sanzioni secondo i quali, se eventuali avversari sono in area di rigore perché non hanno avuto il tempo di uscirne, l’arbitro consentirà al gioco di proseguire.
In termini pratici, ciò significa che gli arbitri devono gestire i calci di rinvio (e i calci di punizione eseguiti da una squadra dalla propria area di rigore) allo stesso modo in cui gestiscono i calci di punizione:
· A meno che la ripresa non venga eseguita rapidamente, i calciatori avversari devono trovarsi al di fuori dell’area di rigore e rimanere fuori di essa fino a quando il pallone non è in gioco
· Se la ripresa viene eseguita rapidamente e un avversario non ha realmente avuto il tempo di uscire dall’area di rigore, l’avversario non può interferire o impedire la ripresa del gioco, ma può intercettare il pallone una volta che è in gioco. Questo è permesso perché la squadra difendente, come su un calcio di punizione eseguito velocemente, ha cercato di ottenere un vantaggio effettuando rapidamente la ripresa e se ciò “va storto” la Regola non è lì per “salvarli”.
· I calciatori che rimangono deliberatamente dentro o entrano in area di rigore prima che la ripresa venga eseguita non dovrebbero ottenere un vantaggio ingiusto, anche se la ripresa viene eseguita rapidamente.
Se un calciatore avversario commette un’infrazione (come sopra descritto) il calcio di rinvio deve essere ripetuto; non è necessario assumere alcun provvedimento disciplinare, a meno che l’infrazione non si verifichi più volte (infrazione ripetuta)
Gli arbitri hanno la capacità di gestire la distanza di 9,15 m sui calci di punizione e devono applicare queste abilità e principi per la gestione dei calci di rinvio e per i calci di punizione eseguiti dalla squadra difendente nella propria area di rigore.