Il Presidente Nicchi mentre parla alla platea.
Il Presidente Nicchi mentre parla alla platea.

La seconda giornata del raduno CAI è stata caratterizzata dalla visita nel pomeriggio del Presidente Marcello Nicchi, che ha voluto incontrare i giovani arbitri a disposizione del primo Organo Tecnico nazionale, a cui ha ricordato di appartenere ad un’Associazione formata da persone perbene, alla quale sono state restituite le risorse, in un primo momento tolte, perché ci si è resi conto che è necessario investire per ottenere arbitri che dirigono ad ottimi livelli. Un intervento deciso, mosso da straordinaria passione, in cui il Presidente ha sottolineato il particolare momento che sta vivendo il Calcio italiano, all’interno del quale il movimento arbitrale si distingue sempre più per la linearità e la correttezza nei comportamenti dei propri associati. «Questo raduno – dichiara Nicchi – è un momento di crescita nel vostro percorso; imparerete ad arbitrare adoperando sempre più la personalità e la fermezza. E l’AIA pretende come primo principio da osservare la correttezza e l’esemplarità nei comportamenti». Un discorso applaudito quello di Nicchi, che ha anche ricordato come la FIGC e le Leghe ricorrano ad uomini AIA per portare avanti i loro progetti, perché «in tutte le componenti federali ci sono arbitri».
Ma questa giornata, che potremmo definire della “staffetta” tra osservatori ed arbitri, si era aperta con la messa domenicale celebrata da Padre Raphael; nell’occasione la sala conferenze si è come trasformata in una navata chiesastica, che ha accolto i numerosi partecipanti.
Quindi la mattinata è proseguita con dei fitti impegni per gli osservatori; dapprima la spiegazione della Circolare n. 1 da parte del responsabile del Settore Tecnico, Alfredo Trentalange, e del responsabile del Modulo Perfezionamento Tecnico, Luca Gaggero, e poi le esposizioni dei componenti CAI Salvatore Occhipinti sulla relazione, Valerio Caroleo sull’analisi atletico-tattica e Gianpiero Gregori sul colloquio di fine gara.
Nel pomeriggio inizio dei lavori specifici per i 150 direttori di gara, accolti dal responsabile Vincenzo Fiorenza con la frase “Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni”. Correttezza, rispetto, puntualità e voglia di cercare di essere migliori, queste le doti ricercate negli arbitri CAI, ai quali si richiede un’estrema attenzione nell’adottare comportamenti idonei.
Un intervento esaustivo quello di Fiorenza nel quale è stata ripetuta la fondamentale importanza del modo di comportarsi e di approcciarsi che l’arbitro deve avere, l’aspetto comportamentale quindi, chiamato come la “pietra filosofale dell’arbitraggio”, abbinato agli altri aspetti: all’atletico-tattico, perché ci vuole impegno nella preparazione atletica con la frequenza dei poli d’allenamento e lo studio delle tattiche del gioco; al tecnico con un costante esercizio di concentrazione per non farsi sfuggire nulla e la conoscenza, attraverso lo studio, del Regolamento; al disciplinare, che non deve essere sinonimo di repressione, bensì di prevenzione con la capacità di imporre la propria figura autorevole e la determinazione che consente di avere credibilità. Fiorenza ha poi letto un toccante messaggio da parte di Danilo Giannoccaro, responsabile della Commissione fino alla scorsa stagione sportiva, che augurava a tutti una annata piena di soddisfazioni.
Giornata intensa anche per i direttori di gara, che sono stati sottoposti alle visite mediche da parte dei dottori Valentina Camurri, Paolo Perri e Doriano Zambon ed hanno effettuato una seduta di allenamento curata dallo staff del preparatore Marco Lucarelli.
Dopo cena riunioni degli arbitri, suddivisi in otto gruppi, seguiti dai tutor Roberto Branciforte, Raffaele Giove, Katia Senesi, Nazzareno Ceccarelli, Sauro Cerofolini, Renato Buda, Luigi Stella e Maurizio Toscano.