Il 14 gennaio 2013 l’arbitro CAN-B Riccardo Pinzani è venuto in visita alla sezione di Collegno. Numerosi ragazzi, in particolar modo degli ultimi corsi, hanno avuto per la prima volta occasione di confrontarsi direttamente con un arbitro delle massime serie nazionali. Ed è stata, quella di lunedì, un’occasione da sfruttare appieno, considerata la grande disponibilità che Riccardo, pur non perfettamente in salute, ha offerto.
Il pubblico di 140 associati ha ascoltato con particolare partecipazione le parole di Pinzani: durante tutta la riunione questi è riuscito a calamitare a sé l’attenzione della sala, in un’atmosfera di entusiasmo palpabile.
La migliore lezione che può tenere un arbitro di serie A e B, di fronte ad una platea di giovani e meno giovani che operano a livelli diversi, è raccontarsi: raccontare se stessi, la propria esperienza e finanche le proprie difficoltà. Perché quello di un grande arbitro è un percorso accidentato e per nulla scontato: è inevitabile che in alcune situazioni affiori lo sconforto, il senso di inadeguatezza e la convinzione di non potersi più migliorare. Sono quei momenti che Riccardo chiama “musate”. In quei momenti la tentazione di lasciarsi andare è forte. Ma è con il sacrificio e l’abnegazione che ci si può rialzare: l’ambizione non deve mai venir meno.
Al termine del proprio intervento, Riccardo ha lasciato la parola al pubblico e ha risposto alle numerose domande che gli sono state poste: molte sugli arbitri di porta, ma anche sulla sua “scalata” alle massime categorie e sugli osservatori incontrati lungo il cammino.
Quello che gli arbitri della sezione di Collegno hanno capito, insomma, è che gli arbitri di serie A non sono marziani, ma ragazzi come tutti gli altri, che con una passione ed un impegno fuori dal comune hanno raggiunto i vertici. Perché, come Riccardo più volte ha ripetuto durante la serata, “arbitri non si nasce, si diventa”.
Daniele Serra