Nella riunione del 12 novembre, tenutasi presso i locali sezionali, non ci sono stati ospiti dal nome roboante, ma i presenti hanno avuto la fortuna di assistere ad una vera e propria lezione di autostima, impartita dal collega Eugenio Scarpa.
Eugenio, giovanissimo arbitro del C.A.I. (Commissione Arbitri Interregionale), è stato incaricato insieme ai suoi colleghi pari categoria delle altre sezioni, di tenere una lezione sull’autostima ai propri colleghi dell’OTS. Munito di apposite diapositive fornitegli dal CAI, avrebbe potuto proporle durante la riunione sezionale limitandosi a eseguire il compito assegnatogli, ma ha voluto andare oltre, regalando a tutti i presenti un discorso illuminante, mettendosi in gioco e dimostrando grande “attaccamento alla maglia”. Sì, l’attaccamento alla maglia, che viene spesso attribuito ai calciatori, vale anche per noi arbitri, è quel sentimento che punta a unire un gruppo di giovani che spesso si trovano SOLI sui campi di calcio a gestire situazioni di assoluta responsabilità. È quel sentimento che ci unisce e ci fa sentire sempre parte di un gruppo, un gruppo importante, di veri uomini, che ci aiuta a svolgere il compito più importante e delicato di ogni partita di calcio. Senza Pirlo, senza Ibrahimovic, senza Milito o Cavani, le partite di calcio iniziano regolarmente, senza l’arbitro no.
Eugenio, durante la sua disamina, ha voluto mettere in gioco anche se stesso, portando alla luce il suo inizio di stagione alla CAI, non propriamente esaltante, ma al tempo stesso non ha mai lasciato intravedere un senso di disagio, tristezza e sconforto, tutt’altro, sono emerse grinta e determinazione, carattere e voglia di rivalsa.
Da utente delle varie riunioni, sempre presente dal mio felice ritorno in sezione, posso dire di aver assistito alla più bella, interessante e stimolante conferenza, proprio perché condita di esperienze vissute, senza termini arzigogolati ma con vocaboli e immagini che hanno tenuto tutti i presenti concentrati. Ha acceso l’attenzione e gli animi, ha creato un momento di unione con un’analisi perfetta, ha donato la sua esperienza ai colleghi più o meno giovani. Ringrazio profondamente Eugenio per la sua doppia lezione, sì di autostima ma anche di umiltà.
Allora, sentitevi tutti parte di un gruppo, non solo in sezione, non solo quando siete a giocare una partita con la squadra dell’AIA Collegno, ma anche e soprattutto quando vi ritrovate da soli la domenica su un fangoso campo di periferia, sentitevi portatori di valori importanti, svolgete il vostro incarico sempre con la massima professionalità, abbiate attaccamento alla maglia.
Emanuele Ortu