È un ritorno a dir poco gradito, quello di Paolo Calcagno presso la sezione di Collegno. Dopo più di un anno dalla sua ultima visita, il neo-referente degli Arbitri di Eccellenza del CRA Piemonte e Valle d’Aosta è ospite alla riunione tecnica del 25 novembre aperta a tutti gli associati.
Una presenza importante, a testimoniare la vicinanza e la costante presenza degli organi tecnici di tutte le categorie nei momenti di formazione. Dopo la recente visita di Alessandro Pizzi, componente CAI, quella di Calcagno non può non essere accolta di ottimo grado dagli associati di Collegno, beneficiati della possibilità di crescere tecnicamente, ma non solo, con l’intervento del fischietto della sezione di Nichelino.
Da poco allontanatosi dai campi di massimo prestigio nazionale ed internazionale per sopraggiunti limiti di età, Paolo Calcagno rappresenta un’infinita risorsa di esperienza arbitrale. La disponibilità di questa immensa risorsa è stata fiutata dal presidente CRA Gianmario Cuttica nei mesi precedenti all’inizio della nuova stagione sportiva, il quale ha provveduto al più presto ad assegnargli la carica di referente per la massima categoria regionale. Orgoglio ed onore hanno pervaso tutti gli Arbitri di Eccellenza piemontesi, e questa sera quell’orgoglio e quell’onore hanno raggiunto i ragazzi di tutte le età e di tutte le categorie della sezione di Collegno.
Erano presenti in sala quasi cento associati, dai ragazzi dell’ultimo corso all’unico Assistente Arbitrale a disposizione della CAN Pro Stefano Liturco, passando per gli Arbitri, gli Assistenti e gli Osservatori sezionali, regionali e nazionali. Tutti loro hanno assistito a quasi due ore di lezione, durante le quali Calcagno si è voluto soffermare sulle due immagini, positiva e negativa, che un Arbitro può fornire durante la propria prestazione. Particolare attenzione è stata posta a come queste immagini vengano recepite da coloro che sono presenti in tribuna e specialmente cosa comportino in termini di valutazione da parte di Osservatori ed organi tecnici.
Con l’utilizzo di una semplice linea nera tracciata sulle slides a suo supporto, Paolo è stato in grado di ben suddividere il “bene” dal “male” nella prestazione di un Arbitro, nei suoi tre aspetti fondamentali: fisico-tattico, disciplinare e comportamentale, sottolineando che cosa un Osservatore si aspetti di vedere nel fischietto designato per la gara visionata. Ed ecco che la naturalezza nei rapporti con i calciatori è segno di serenità arbitrale, così come l’arroganza e la rigidezza non lo sono; una preparazione atletica e un’intelligenza tattica si confermano oramai le basi per un buon Arbitro nella concezione del calcio moderno, esasperato oltre ogni limite verso velocità e ritmi agonistici elevatissimi; la concentrazione per tutti i 90′ porta una corretta interpretazione del tono agonistico della gara, e quindi dell’infusione nell’animo dei calciatori di quel senso di “giustizia” che dev’essere necessariamente sempre presente, affinché il clima della gara permanga in quello spirito sportivo sotto la cui egida oggi vogliamo vedere il Calcio giocarsi sempre più.
Un intervento senza dubbio proficuo e stimolante, pieno di spunti di riflessione per tutti i direttori di gara senza distinzione di categoria alcuna. Un invito a se stessi a dare il massimo, a puntare al meglio e a stare sempre sul “pezzo”, ossia la capacità di non perdere di vista niente e nessuno quando si è da soli su quel rettangolo verde. Quel ritaglio di prato, sul quale la passione, la forza e la tenacia di ogni Arbitro fuoriescono e lo inducono a superare, molte volte nel migliore dei modi, grandi difficoltà e difficili relazioni.
La serata porta, tuttavia, un’altra grande dimostrazione: quella dello spirito di associazione che lega gli Arbitri di tutta Italia. Che si siano vissuti intensi momenti in Sudafrica alla Coppa del Mondo e portando il alto il nome di tutta l’associazione, o che si venga designati per un derby cittadino in Eccellenza, o che si passino tutte le domeniche a correre e fischiare dietro ai Giovanissimi in periferia, ogni associato ha la sua esperienza da regalare ad un altro suo collega, che può condurre sempre a miglioramenti notevoli. Se non dal punto di vista tecnico, sicuramente lo può fare dal punto di vista umano. Proprio come lo ha dimostrato Paolo Calcagno, senza mai perdersi d’animo di fronte a ciò che ci si aspetterà in futuro.
Questa è l’AIA che vogliamo, ora e sempre.